Archivi del mese: ottobre 2013

Andar per gruppi

di Giovanna Bosco

Non ho saputo resistere alla tentazione di prendere a prestito da Lo Verso (1998) l’espressione “andar per gruppi”, perché questa immagine è fortemente evocativa.

Anzitutto ha suscitato in me il pensiero che la nostra stessa vita è un “andar per gruppi”: dal gruppo familiare in cui abbiamo fatto le nostre prime esperienze sin dal momento in cui ci siamo affacciati al mondo, a tutti gli altri gruppi di cui abbiamo via via fatto parte, diventando ciò che ora siamo.

Pensando poi al gruppo come strumento di intervento nell’ambito della psicoterapia, delle artiterapie, della formazione, ecc. “andar per gruppi” ci parla del fatto che chi intende lavorare nel setting di gruppo deve sapersi muovere e orientare tra una vasta gamma di gruppi.
Ci sono gruppi aperti e gruppi chiusi; gruppi di breve o media durata e gruppi in cui i componenti possono restare finché ne sentono il bisogno ed il desiderio; gruppi “di parola” e gruppi che ricorrono in modo prevalente a forme di espressione e comunicazione non verbale; gruppi dalla composizione diversificata e gruppi omogenei. L’elenco dei possibili gruppi omogenei è pressochè infinito: adolescenti, donne, genitori, oppure soggetti che hanno in comune un passaggio critico della vita, come la menopausa, o una specifica problematica o sofferenza, come nel caso di una particolare malattia o di un lutto o della dipendenza da droga, fumo o alcool.  

Il contesto non è solo e necessariamente quello terapeutico. Come del resto metteva in luce già Foulkes (1975), riconosciuto come il fondatore della Gruppoanalisi europea, i principi gruppoanalitici possono essere applicati non solo ai gruppi terapeutici ma anche a molti altri tipi di gruppi continua a leggere…

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