Profilo scientifico


Riportiamo qui di seguito il Profilo Scientifico che l’Associazione si è data contestualmente alla sua fondazione. Naturalmente, essendo passati più di vent’anni da quel momento, le nostre elaborazioni si sono arricchite di pari passi con:

- le ultime scoperte fatte nel campo delle neuroscienze sull’influenza dell’ambiente sulla maturazione cerebrale e sulla memoria implicita

- le più recenti esperienze cliniche maturate a livello psicoterapeutico, che hanno portato la stessa psicoanalisi a ripensare, anche dal punto di vista teorico, il modo di concepire il rapporto corpo-mente, il rapporto tra esperienze vissute e sviluppo psichico, tra individuo e contesto sociale, e a portare l’attenzione sui fattori terapeutici “non verbali” che, in modo più o meno consapevole, accompagnano la comunicazione verbale sia nel setting duale che all’interno di un gruppo.

 

Alcuni significativi elementi teorici sono per noi: il concetto di "holding", le riflessioni sul ruolo del gioco e dei fenomeni transizionali nello sviluppo della creatività (Winnicott); la trasformazione degli elementi Beta in elementi Alfa (Bion); la "matrice" di gruppo e il riconoscimento dell'importanza delle relazioni effettivamente sperimentate nel gruppo originario, fondamento per il costituirsi delle relazioni internalizzate (Foulkes).

Concepiamo il processo terapeutico o formativo come un percorso a spirale (un'immagine evocata dal nome stesso dell'Associazione: "speira" significa infatti "spirale"). L'immersione nell'irrazionale, nell'indifferenziato, nel mondo "oltre la parola", può essere allora concepita come un tuffarsi nel mare delle origini, là dove affondano le radici della creatività e dell'esperienza estetica (in quanto conoscenza "sensibile", fondata sulla "sensorialità"), per emergerne ogni volta con una più ricca consapevolezza e progettualità, anziché come movimento puramente regressivo.

Da questa ricchezza di pensieri vitali e fecondi abbiamo preso le mosse per le nostre ulteriori elaborazioni, seguendo due linee di ricerca, tra loro interconnesse, riguardanti:

1) la teoria e pratica psicoanalitica e gruppoanalitica
2) lo sviluppo di un'arte-terapia ad orientamento relazionale
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1) Per quanto riguarda la psicoanalisi, pensiamo che siano maturi i tempi per rimettere in discussione la sua tradizionale caratterizzazione di "cura tramite la parola", che l'ha portata a relegare sullo sfondo l'espressività psichica non verbale.
Eppure quest'area dell'esperienza non è solamente precedente, sul piano evolutivo, la nascita della parola e del pensiero, ma continua ad avere, anche nella vita adulta, un ruolo significativo: permette di entrare in un contatto più profondo con le proprie emozioni, esprimere l'indicibile, entrare in risonanza con l'Altro, e infine recuperare quel senso di completezza dell'esperienza, quell'unità dei sensi e del Sè (la qualità sopramodale dell'esperienza di cui parla Stern a proposito del bambino) che connota anche l'esperienza estetica ed artistica.
La nostra ricerca si propone perciò, senza escludere il valore della parola e del pensiero, di:
- recuperare nella relazione terapeutica l'unità corpo-psiche:
- valorizzare il rispecchiamento e la risonanza corporea quale fondamento della costituzione del Sé, il rapporto tra sonorità (la voce-suono) e holding, il ruolo delle immagini (siano esse create con gli occhi della mente o con mezzi più materiali), nel processo di trasformazione delle sensazioni in emozioni.
Questo porta a ripensare in termini più complessi alcuni concetti basilari per la psicoanalisi, come:
- il "setting", che conserva tutto il suo valore di patto finalizzato alla creazione e al mantenimento della situazione analitica ma cessa di essere qualcosa di definito una volta per tutte, per divenire suscettibile di variazioni a seconda del progetto terapeutico e delle caratteristiche dei protagonisti.
- il concetto di "agito": l'accento si sposta dalla contrapposizione tra parola e azione alla ricerca del senso più profondo di quell'espressione, sia essa verbale o corporea: si trattta della ripetizione di schemi psicocorporei e relazionali interiorizzati o al contrario della crezione di un nuovo modo do essere e di relazionarsi con l'Altro?

2) Per quanto riguarda il mondo delle arti-terapie, abbiamo cercato di evidenziare, attraverso una decennale ricerca fondata sull'esperienza, i criteri fondanti di un'arte-terapia ad orientamento relazionale e gruppoanalitico, in cui l'accento si sposta:
- dal prodotto al processo di gruppo (consideriamo il gruppo un campo attraversato da una rete relazionale, e caratterizzato da un particolare clima emotivo che varia con il variare delle vicissitudini gruppali);
- dallo sviluppo di abilità espressive in una specifica forma artistica (danza, pittura, musica, teatro) alla possibilità di ricorrere, nel percorso del gruppo, a più forme espressive, sapendo che ciascuna di esse favorisce una diversa fenomenologia.
Anche per quanto riguarda i gruppi di arte-terapia il nostro modello riserva una particolare attenzione:
- al setting (nella visione complessa prima accennata)
- al rapporto testo-contesto, dove per "testo" intendiamo in senso lato una storia, o frammenti di storia, che possono essere raccontati anche attraverso espressioni e movimenti corporei, immagini, suoni. Vi è infatti una memoria emozionale che solo a questo livello può emergere, come ci segnala il contributo delle neuroscienze sulla memoria "implicita", inaccessibile al livello verbale;
- alla posizione del conduttore e alle sue funzioni: facilitare l'espressione; favorire il costituirsi del gruppo come contenitore e come spazio ludico transizionale anziché guidarlo attraverso una sequenza più o meno preordinata di attività; favorire l'elaborazione da parte del gruppo stesso -nell'alternarsi della comunicazione verbale e non verbale – anziché fare interventi "oracolari" rivolti ai singoli membri.

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