Archivi del mese: giugno 2013

Genitori in gruppo

di Velia Bianchi Ranci

 

1. Il mio bambino ha un problema

Tutti i terapeuti infantili sanno quanto è difficile aiutare i genitori ad accettare la psicoterapia per il figlio. Perché è difficile, più in generale, per un genitore, accettare che il proprio figlio manifesti qualche aspetto di inadeguatezza.
"Ogni volta che un bambino è in difficoltà, di qualsiasi grado sia questa difficoltà, la capacità genitoriale è minacciata” – dice Trudy Klauber (1998) . Si genera nei genitori incertezza ed ansietà, che si rimanda al bambino, in una spirale discendente che peggiora sempre più la situazione.
Quando poi il problema riguarda la salute mentale del bambino questa dinamica è ancora più potente, per la paura inconscia di averlo danneggiato, e il senso di colpa che ne deriva. L'indicazione ad una psicoterapia può essere letta dai genitori come la conferma di questo danno e della loro colpa, prima che come un aiuto al loro bambino.
I genitori di questi bambini hanno quindi sempre bisogno di essere aiutati, prima di tutto  a recuperare fiducia nella loro capacità genitoriale. continua a leggere…

A proposito di relazione e interpretazione …

(Abbiamo ricevuto, come Commento all'articolo di Giovanna Bosco dal titolo "Dal tramonto dei modelli intrapsichici all'orientamento relazionale", questo contributo di Pierluigi Sommaruga.  Per l'ampiezza delle riflessioni e l'interesse dell'esperienza clinica cui fa riferimento, si è ritenuto opportuno pubblicarlo come un vero e proprio intervento)

di Pierluigi  Sommaruga

      Sullo scritto di Giovanna Bosco  "Dal tramonto dei modelli intrapsichici all'orientamento relazionale" ci sarebbe molto da dire, ma ciò che mi ha più colpito è un preciso riferimento al “relazionale” usato come etichetta. Condivido il suo excursus sull’evoluzione della psicoanalisi, quasi parallelo a un bell’articolo di Imbasciati sullo stesso soggetto pubblicato a marzo su “Gli Argonauti”, ma mi chiedo con lei perché  questo concetto che sembra così elementare vada riscoperto continuamente nelle scienze umane.

       In realtà la ricerca di un modello è sempre stata un'attrazione irresistibile per tutti coloro (filosofi, antropologi, biologi, psicologi, psichiatri) che si sono chiesti perché siamo fatti così. Un modello potente è stato quello genetico, che come l’Araba Fenice viene demolito per ricomparire più vivo che mai (specie nella letteratura popolare con l’annuncio che è stato scoperto il gene del….) anche se oggi si sa che l’azione di un gene si esplica solo in relazione all’ambiente che la circonda  e il gene stesso può modificarsi e diventare altro in particolari circostanze della sua vita. Non a caso oggi non si parla tanto di genetica ma piuttosto di epigenetica.

       Così nella teorizzazione psicoanalitica non ci si riferisce più a dei modelli intrapsichici individuali ma a dei modelli relazionali. Ma è come la scoperta dell’acqua calda: continua a leggere…

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